Il mondo della birra è in continua evoluzione.
La birra in Italia è in salute? Sembra proprio di sì. Basta leggere il report annuale stilato da Assobirra presentato lo scorso maggio, che analizza i trend 2022. Consumi e produzione lo scorso anno hanno registrato un record storico. I primi sfiorando i 22,3 milioni di ettolitri, mentre la produzione italiana ha superato i 18 milioni di ettolitri. Per capire la crescita, è bene confrontare i dati con i risultati 2019 (dunque pre-Covid). All’epoca i consumi furono pari a 21,2 milioni di ettolitri e la produzione poco superiore a 17 milioni di ettolitri.
Il consumo medio pro capite lo scorso anno ha dunque raggiunto la quota di 37,8 litri a testa, avvicinandosi al vino (fermo a 41 litri pro capite). Solo nel 2013, questo dato era di 29,2 litri a testa. Una crescita esponenziale che delinea una certezza: la birra agli italiani piace sempre di più. Il quadro però va analizzato con più attenzione, perché è un mondo in continua evoluzione, con nuovi trend sempre pronti ad affermarsi. Cosa berremo questo autunno e inverno 2023? Ecco alcune previsioni.
Basse fermentazioni: continua l’ascesa
Dopo l’esplosione delle IPA, nell’ultimo biennio sono tornate di moda birre classiche, solitamente più beverine (ma non sempre), spesso più immediate. Pilsner, dunkel, bock, helles, rauchbier, kellerbier, märzen: ognuno può trovare nelle basse fermentazioni la sua declinazione preferita. Scommettiamo che – con i primi freddi – esploderà la richiesta di stili più corposi, come le bock e le rauchbier. Soprattutto quest’ultime, con le loro inconfondibili note affumicate, incuriosiranno sempre più i palati ormai allenati. Mentre tra le lager, a crescere ancora saranno soprattutto le interpretazioni più moderne, con i luppoli a supportare il sottofondo maltato. In questo, le italian pilsner e le italian lager sono un grande esempio.
IPA? Sempre sull’onda
Addio alle IPA, dunque? No, continueremo a berle. A fianco delle moderne West Coast IPA, però, troveremo sempre più American IPA e American Pale Ale vecchio stile, dalla componente maltata più spiccata, supportata da una luppolatura comunque in evidenza e persistente. Anche la gradazione alcolica sarà leggermente più contenuta, guadagnando in bevibilità e scorrevolezza.
Local è meglio
La Liguria ha registrato nei primi mesi del 2023 una crescita importante dei turisti (+5%), grazie soprattutto a un boom di stranieri (+70%). Persone che, in gran parte, amano sperimentare produzioni locali, anche in fatto di birra. Per fortuna in Liguria non mancano i birrifici interessanti.
No alcol, gluten free
Nel mondo il trend del “senza” è più sviluppato, ma anche in Italia stanno crescendo i consumatori alla ricerca di opzioni alcol free o gluten free. In entrambi i casi, oggi si possono trovare molte proposte, sia da birrifici industriali sia artigianali, spesso in grado di non far (troppo) rimpiangere le versioni tradizionali. Una su tutte, la Botanic di Baladin, totalmente analcolica e arricchita dai profumi e aromi della cannabis sativa (un altro trend che crescerà nei prossimi mesi).
Birre artigianali
In questo scenario positivo della birra in Italia trovano ovviamente spazio le birre artigianali, che in parte hanno trainato questa espansione. Ma non è tutto oro quel che luccica. La birra artigianale ha trovato i suoi meritati spazi, al bancone del bar come in locali specializzati (meno nella GDO), ma oggi i consumatori sono più attenti e preparati: amano la produzione artigianale ma non scendono a compromessi qualitativi. La birra deve essere buona e senza difetti. Scommettiamo: un plus saranno le birre artigianali da filiera agricola, ovvero che utilizzano ingredienti come malti, spezie, agrumi e a volte luppoli prodotti nella propria azienda agricola.