Ci é presa la voglia di soffermarci su un’ etichetta di assoluto prestigio: Lago di Caldaro Bischofsleiten dalla cantina di Castel Sallegg. Qui si incrociano storia, paesaggio, piacere e moda.
Vediamo come:
Storia innanzitutto, perché qui il vino si fa da sempre, é forse qui che i romani impararono l’uso della botte di legno dai Reti, popolazione di origine Germanica. La cantina di Castel Sallegg, un vero e proprio Castello che domina educatamente l’abitato di Caldaro, ha il piano “interrato” dove affinano i loro crú piú importanti, che risale giusto a qualche decennio fa… all’anno 1000!!!!
La famiglia è proprietaria della tenuta dal 1851. Era possedimento dell’arciduca Ranieri d’Austria, viceré di Veneto e Lombardia, ed é giunta per successione diretta ai giorni nostri al conte Von Kuenburg.
Parlando del vigneto, il crù Bischofsleiten é un anfiteatro orientato magnificamente a sud est. Il nome ovviamente lo fa risalire ad una proprietá ecclesiastica (bishof=vescovo), ed é mappato come singolo vigneto da centinaia di anni. Sono stati gli Asburgo nel 1800 a delimitarlo e catalogarlo.
Dopo i riferimenti storici, passiamo al paesaggio. La cantina é posizionata nella parte alta della collina, a dominare una vigna di alcuni ettari che la conduce al centro abitato. All’interno di questi vigneti esistono dei sentieri pubblici per poterle attraversare e collegare le frazioni del paese. Situazione abbastanza originale ed inconsueta.
Ma il vero angolo di paradiso è il crú “Bischofsleiten”, In questo territorio singolare, le uve crescono su pergola tradizionale: un tipo di coltivazione adatto alla varietà Schiava gentile, poiché le foglie proteggono le bucce sottili degli acini dall’intensità dei raggi solari. Gradevole al palato con tenue acidità e tannini morbidi. Nel finale, sprigiona un leggero sentore di ciliegia e frutti rossi. Le peculiarità lo fanno un ottimo vino da aperitivo, immediato, apparentemente non impegnativo, si abbina benissimo a carni bianche e primi piatti. Inoltre lo trovo ideale in abbinamento con il pesce, in quanto, se servito leggermente fresco, ne risalta le caratteristiche di finezza ed eleganza.
Moda: io lo definirei “petaloso” e suadente, piú moda di cosí…Un vino sicuramente che non eccelle per struttura e corposità, ma che riuscirà a stupire sia i neofiti sia gli appassionati piú esigenti. Questo rosso é un classico vino territoriale!
Per tornare ad una terminologia più colorita io lo classificherei un vino quotidiano, ma con allestimenti premium, un po’ come una 500 ma Abarth!